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domenica 2 novembre 2008

I tre web-moralizzatori del professionismo podistico!

ste,salva.gian: Ciao Alberto…siamo un gruppo di podisti professionisti e per caso ci siamo
imbattuti nel tuo sito. A primo impatto ci sembrava una cosa seria…poi ci siamo ricreduti
e ci stiamo ancora domandando com’è stato possibile creare un sito così poco curato. Ci sono delle cose che non riusciamo proprio a capire, tipo cosa centri tu con tutte le interviste ai
professionisti che hai fatto. Se ogni dilettante creasse un sito non ci sarebbe piu spazio per gente che lo sport lo affronta in tutta serietà e professionalità. Con questo commento non vogliamo criticarti,
ma solo farti riflettere sul tuo operato. Un saluto!

Queste sono le risposte dei visitatori del blog:


giovanni56: a quale livello si pone l'atleta professionista italiano? invece di pensare ad
allenarsi meglio (visti i recenti risultati degli italiani) va a criticare uno che a casa
sua ha il diritto di fare quello che gli pare, e a perer mio lo fa anche bene. Ciao Pasteo, continua così.
manuel:Il tuo sito "Pasteo" è un punto di riferimento per tutti i non "professionisti"
che vivono questo sport con passione e umiltà!! E comunque il sito è veramente splendido.
Marco: Ste, Salva, Gian, ma per piacere....andate a correre un che è meglio...
nerisorama: ste,salva.gian,siete dei podisti professionisti , ma non sportivi.
Foste dei tifosi di calcio sareste degli ultras che non tollerano i tifosi di altre
squadre . citaz. …..ci siamo imbattuti nel tuo sito…. BLOG (e non SITO) Il Blog, è un diario personale dove l'autore, chiamato blogger, narra in ordine cronologico pensieri ed opinioni secondo gusti personali citaz. …… A primo impatto ci sembrava una cosa seria…………Se ogni dilettante creasse un sito…. Voi siete professionisti perché non lo fate voi in SITO SERIO? E se lo avete perché non lo avete linkato? Ma forse voi non sapete neanche da dove iniziare e giudicate gli altri. AH L’INVIDIA….BRUTTA BESTIA
criba: facile criticare chi si impegna per fare qualcosa, molto più semplice presentarsi come grandi professionisti della corsa e scaricare accuse e critiche, spesso frutto di frustrazioni di scarsi risultati. bravo Pasteo continua così!!!!
kkkstea: caro pasteo non dare ascolto a certi personaggi continua cosi' anche xchè dopo la mia intervista sul tuo blog sono arrivati molti sponsor.FORZA RAZZA PREALPI
Jessi: ste,salva.gian, siete solo gelosi perché sono stati intervistati dei professionisti e voi no! Se foste davvero così bravi non vi perdereste a dire cavolate del genere! Si dal caso che abbia 15 anni e solo bambini di 10 possono comportarsi come voi tre!!
t'ilk: Nuova intervista: ste,salva.gian I PROFESSIONISTI DEL PODISMO, AH AH AH PROFESSIONISTI….
kira: ste,salva.gian, ma le tende di casa le avete ancora? Non è che ve le siete fumati!
Diego: non fare caso a questi pseudo podisti professionisti che di professionista hanno solo il fatto che si allenano tutti i giorni magari prendendo anche degli aiutini!!!!! per riuscire a correre, ciao
Marcello: ma lasciali parlare !! loro un sito cel' hanno come lo curano ? e poi cosa vuol dire podista professionista ? continua con il tuo stile con le interviste ecc sei un grande
Sabrina: Lascia perdere!! E' sempre facile criticare; io a questi tre professionisti direi che lo facciano loro, allora, il blog e che se non gli comoda com'è fatto il tuo, non son obbligati a visitarlo!!!
Pasteo:Penso che sti 3 personaggi non siano ne professionisti ne podisti ma semplici dementi.Per tutta risposta vi anticipo la prossima intervista col...rallysta!
Polin: è triste vedere che delle persone adulte nn abbiano ancora capito il significato dello sport e che abbiano questa arroganza...dovrebbero smettere di correre xchè gli viene meno l' ossigeno al cervello

Ma io vi domando ora: questi tre individui che si firmano ste,salva.gian qualcuno sa dirmi dove hanno vinto qualcosa???

lunedì 22 settembre 2008

L' amore non ha limiti


Questo video merita di essere visto e rivisto...è da non crederci.

Dal sito www.wikipedia.org

Rendall e Bourke (erroneamente citato in varie fonti come Berg), con le loro fidanzate Maria e Jennifer Jones, l'Unità, hanno curato il leone a Londra - fino a quando non ha raggiunto un anno di età. Cristiano della crescente dimensione e il crescente costo della sua cura ha portato Rendall e Bourke a capire che non potevano tenerlo a Londra. Quando Bill Travers e Virginia McKenna, le stelle del film Nata Libera, hanno visitato Rendall e Bourke nel negozio di mobili e hanno incontrato Cristiano - Hanno subito suggerito a Bourke e Rendall di chiedere l'assistenza a George Adamson, il Kenya conservatore che, insieme con sua moglie Joy, sono stati protagonisti dei loro film. Adamson ha accettato di aiutare il reinserimento di Cristiano nell'ambiente naturale a Kora riserva nazionale.

Adamson ha introdotto Cristiano con un vecchio leone Ragazzo e, successivamente, a un cucciolo femmina Katania al fine di formare il nucleo di una nuova famiglia. La tragedia ha colpito più volte: Katania forse è stata divorata dai coccodrilli in un' abbeveraggio. Un'altra donna è stata uccisa da leoni selvatici. Ragazzo è stato ferito dai leoni selvatici ed ha perso la sua capacità di socializzare con gli altri leoni e con l'uomo, e fu colpito al cuore da Adamson fatalmente dopo il ferimento di un uomo. Adamson decise di lasciare Cristiano come membro superstite della famiglia originale ed ha continuato il suo lavoro e nel corso di un anno la famiglia si é affermata nella regione intorno a Kora, con Cristiano come il capo della famiglia iniziata da Ragazzo. Quando Rendall e Bourke sono stati informati da Adamson del successo di Cristiano reintrodotto nell'ambiente naturale (riportati in alcuni articoli di giornale nel 1971) si sono recati in Kenya a visitare Cristiano e sono stati filmati nel documentario Cristiano, il leone a World's End. Secondo il documentario, Adamson ha informato Rendall e Bourke che non potevano essere ricordati da Cristiano. Il film mostra il leone al primo approccio con cautela e poi rapidamente che salta delicatamente su i due uomini, in piedi sulle sue gambe abbracciando letteralmente i due , festosamente e leccando i loro volti. Il documentario mostra anche la leonessa Mona Lisa in atteggiamento accogliente dinnanzi ai due uomini. Il video di questa riunione (a cura del documentario) ha ricevuto l'attenzione di tutto il mondo più di 30 anni dopo l'evento. Come del mese di agosto 2008 varie versioni sono state visualizzate oltre dodici milioni di volte. Diverse testate giornalistiche hanno rintracciato Rendall e Bourke per la loro attuale prospettiva sugli eventi che circondano la loro vita con Cristiano

mercoledì 17 settembre 2008

Il mio racconto

“I miei primi 42 km…e 195 metri!!!”



Prefazione

Questo è un racconto nato un po’ com’ è nata la mia prima partecipazione ad una maratona: per scherzo!
Sarà uno spaccato di vita, una storia di sofferenza e sudore, un riflesso in cui riviverò e vi racconterò la mia prima grande impresa: la prima volta che ho portato alla conclusione una maratona. Io sono un operaio di 35 anni vivo a Sarano di S.Lucia di Piave (TV) mi chiamo Alberto Bressan, ma per tutti sono il Pasteo e sono un “podista per caso”…uno che qualche anno fa lo trovavi più facilmente al bar che allo stadio sulla pista di atletica! Ma la vita è bella proprio perché è varia e da questa esperienza ho imparato che lo sport è davvero “vita” specie quando lo si fa “tutto al naturale” senza aiuti di sostanze chimiche strane e merdate varie. Cazzo!!!…sono un runner dilettante, un byker dilettante, uno sciatore dilettante………ed ora pure uno scrittore dilettante:che sfigato!!!Ringrazio per gli aiuti del caso la mia compagna di vita Manuela, mia sorella Milena (che non finirò mai di ringraziare) e voi che leggerete questo racconto. Inserirò nel blog Running un sondaggio con la domanda: cosa pensi del racconto del Pasteo? Votate…oppure lasciate il vostro parere con un commento.

Alberto Bressan Pasteo



La mia prima volta da ritirato
(dal blog "Running"/ post:La mia prima maratona)

Se penso alla mia prima maratona non posso far altro che ridere!!!Ma proprio ridere di brutto!!!
Allora...in pratica... tutto parte dal 2004. In quell' anno io pesavo la bellezza di 97 kg!!!!97 97 hai letto bene. 97 pesantissimi kili.Dovevo assolutamente dimagrire e per farlo,come molte altre persone,ho deciso di iniziare a correre (anche se in realtà correvo anche negli anni precedenti al ’04). Nel tempo ero riuscito a percorrere circa 10 km per uscita ma non ero poi così costante
e neanche tanto veloce .Oltre tutto ero ancora molto appassionato alla BIRRA(oggi non
penso di arrivare a più' di 3 birre all'anno) quindi non vedevo troppi risultati evidenti. Ci credo!
Facevo un'ora di corsa al martedì...poi 3 ore in birreria(alla mitica Loggia di Pieve di Soligo) al mercoledì....un'ora di corsa il giovedì...poi tutto il venerdì sera in birreria........insomma andavo proprio a tutta birra!!!!Questo tira e molla è andato avanti fino all'inizio del 2006 e lì per scherzo mi sono iscritto alla maratona di Treviso. Non ti dico le prese per il culo di tutti...ovviamente le ho accettate con ironia,la stessa con la quale mi ero iscritto....la stessa con la quale dicevo alla Manuela:"vedrai vedrai...vedrai se non sarai costretta a venire a prendermi a S.Giacomo di Veglia(paesino a 3 km dalla partenza!!!) vedrai che non passo neanche la linea di partenza". In quell'occasione io mi ero prefissato come traguardo massimo di arrivare a meta' strada. Nella mia mente comunque c'era molta perplessità al fatto di riuscire,nel non avere
la voglia magari al 6 km mi mollare...in pratica prima di partire avevo già capito che ero fottuto!!!
Il giorno della maratona(12 Marzo '06) la giornata era già iniziata male: sveglia ore 6 guardo fuori...c***ooooo... stava nevicando!!!! il 12 di Marzo e tirava un vento fortissimo. Non ero neanche partito e già non ne potevo più'!!!Partimmo per Vittorio Veneto e continuava a nevicare ma arrivati alla partenza capii subito che sarebbe stata un'esperienza stupenda. Di colpo mi
trovai in un clima di armonia pura: 3800 persone che tutte in sieme avevano un solo obbiettivo:
arrivare al finish. Di colpo fui investito da una serenità che mi consentì di fregarmene se non ero troppo allenato!Di colpo finì pure di nevicare ma non cessava il vento!!!Partimmo tutti 3800
infreddoliti ma felici perché quella non era una maratona ma era una specie di comunione di anime che anche se sconosciute sembravano amiche da sempre!!!!Bello bello anzi bellissimo mi sto quasi commuovendo!!!!Alla fine arrivai alla mezza maratona, riuscii a tenere botta....a non mollare!!!!
Solo mia sorella Milena(che ho chiamato col cellulare a 100 metri della mezza maratona) solo lei sa quanta gioia e quanta felicità emanavo in quel momento! e non solo....dopo 21 km di corsa emani anche qualcos' altro!!!!!Anche la mia compagna vide il mio arrivo a metà strada e forse comprese anche lei,come me, che quello non sarebbe stato il mio arrivo ma sarebbe stata la mia partenza...infatti...

S.Vendemmiano Trevisomarathon 2006


La preparazione…è una cosa seria!

Quando si decide di affrontare un impegno notevole come una maratona bisogna fare due o tre conti con se stessi. Si deve stare attenti innanzitutto al peso in quanto non si può fare una dieta dimagrante 2 mesi prima di una gara di endurance perché l’alimentazione in quei periodi è mirata a consentire al proprio fisico di sostenere la fatica, lo stress ed il grande consumo di energie. Prepararsi seriamente non è importante solo per la buona conclusione di una gara ma è nettamente fondamentale per il benessere psico-fisico della vita di tutti i giorni. Io non sono un professionista ma leggendo libri sullo sport e di alimentazione ho capito che certi obbiettivi sportivi devono seguire una esatta e seria dieta e che non ci si deve mai improvvisare. Guai a chi pensa che “tanto ce la faccio anche da solo”…guai!!! Al limite comprare libri, interessarsi sulle notizie magari in Internet o meglio andare da un medico sportivo che ne capisca anche di diete. Insomma nessuno si può improvvisare né maratoneta né, tanto meno un dietologo e spesso chi fa questo tipo di errore arriva a trovarsi in problematiche non indifferenti. Da parte mia posso solo consigliare i libri che ho letto sull’alimentazione e sulle preparazioni atletiche per arrivare ad un’ equilibrio psico-fisico in grado di dare belle soddisfazioni. Per lo sport e le preparazioni atletiche segnalo “Allenarsi a correre” di Simone Diamantini un libro interessante dove si possono trovare preparazioni sia sulle maratone che maratonine, 10.000 metri e 5.000 metri. Dentro ci sono una buona serie di informazioni sull’anatomia tabelle di allenamento e pure qualcosa sull’ alimentazione. Io però consiglio un altro libro per ciò che riguarda il nutrimento ed è “La dieta a colori” di Marco Cerani con il suo “metodo Bella forza” ottimo per conoscere anche le cose da evitare quando si fa la spesa di tutti i giorni.

Pasteo stravolto



Windstopper, torcia e crema di canfora


Ottobre 2006:Piano piano verso la preparazione alla Trevisomarathon ‘07
Correre spesso viene affiancato all’ estate, al sole, al bel tempo…ma la realtà per chi corre regolarmente è ben diversa. L’inverno, la nebbia, l’umidità ed il freddo rendono tutto estremamente più duro e poi arriva pure il buio a complicare ulteriormente le cose così ogni tipo di allenamento diventa sempre più pesante. Nell’ Ottobre ’06 correvo in modo abbastanza tranquillo con allenamenti più che abbordabili ma, a differenza degli anni scorsi, dovevo arrivare a fine Marzo ’07 con un’ allenamento tale da portarmi ad uno stato di forma adeguato per percorrere Km 42,195 nel migliore dei modi…quindi dovevo essere costante anche in quelle sere d’ inverno in cui si vorrebbe essere ovunque ma non in giro a sudare! Tramite un amico ben più esperto di me sono venuto a conoscenza dell’ esistenza di tessuti tecnici e di un vestiario creato apposta per chi vuole correre con qualsiasi condizione atmosferica.
L’ Windstopper è una giacca molto fine e leggera e nel vederla non scommetteresti una lira ma estremamente efficace nel proteggere dal freddo e con un sistema di traspirazione atto ad eliminare il sudore che in periodi freddi può essere causa di grossi problemi. Secondo me è il più grande amico del podista e comunque diventa presto parte insostituibile dell’ abbigliamento del runners che se ne frega se fuori è -10 o se piove a dirotto. In pratica “toglietemi tutto ma non l’ Windstopper”. Altra cosa indispensabile è la luce rossa lampeggiante,anzi, più che indispensabile è fondamentale per cercare di non farsi stendere lungo le strade che si percorrono. Oltre alla luce rossa lampeggiante io porto sempre con me anche una torcia e se magari può risultare un fastidioso ingombro alla fine è un’ ottimo aiuto nei i posti poco illuminati…… poi ci sono i periodi natalizi in cui tra la luce rossa che lampeggia, la torcia che tengo in mano ed i tessuti catarifrangenti rischio di essere scambiato per un’albero di Natale!!! La crema di canfora infine è un’ altro valido aiuto per combattere il freddo.
Previene problemi muscolari e ti permette di uscire già pronto alla corsa e poi massaggiata sulle gambe alla fine dell’ allenamento è un’ ottimo metodo de faticante. E’ per questo che quando inizia il periodo invernale le frasi solite che ci diciamo io e la mia compagna prima di uscire a correre è: Windstopper, torcia e crema di canfora

Tipico esempio del Pasteo versione “ uscita invernale”(notare espressione sofferente!)



Nessuna resa mai!

Dicembre 2006:
Me lo ero promesso:questa volta ce la fai! Nel dicembre ’06 ho iniziato la preparazione vera e propria per la Trevisomarathon una serie di allenamenti che mi avrebbe portato a percorrere verso Gennaio ’07 17 km in 1 ora e 30 minuti. All’ inizio nessun problema correvo 1 ora facendo 10 km a volte ne facevo 6 km altre correvo piano quasi camminando per de faticare i muscoli. Streatching a volontà ogni fine allenamento ed alimentazione regolare: niente birra, vino o superalcolici. Coerenza e passione sono stati miei grandi alleati soprattutto nella parte iniziale della preparazione e quando rivedevo i miei vecchi compagni di merende che a differenza mia erano ancora appoggiati ad un banco di un bar. Sono riuscito a correre persino a Natale e questo mi ha divertito da matti perché ogni persona che incontravo erano auguri da runners:” Auguri a tutti”!Gridavo mentre correvo e la sconosciuta gente replicava divertita con un “Buon Natale! Correvo sempre 3 volte alla settimana ma quando la distanza cominciò ad aumentare…
Gennaio 2007:
Passato Dicembre cominciavo a sentire l’ aumento del carico di allenamento anche perché io sono pure uno sciatore e quindi si sormontavano la corsa e lo sci. Nessun problema…nessun problema…o quasi!!!Eh si perché poco più in là ho dovuto smettere di sciare poiché le gambe non ce la facevano più, colpa anche dell’ inverno atipico che c’è stato nel ’07 per cui la neve era molle ed io preferisco quella dura in cui puoi far scorrere gli sci più velocemente(sempre attento però a non far male a nessuno). Ero arrivato al primo obbiettivo:correre in 1 ora & 30 minuti la distanza di 17 Km…e questo mi aveva molto galvanizzato. Ma era solo una briciola di quello che sarebbe venuto dopo visto che mancavano ancora più di due mesi all’ evento…
Febbraio 2007:
In Febbraio le cose iniziarono a farsi più audaci. Gli allenamenti erano sempre 3 alla settimana ma a parte quelli de faticanti le uscite medie alla settimana erano:10 km il martedì, 11 km il giovedì e 17/20 di sabato…provare per credere!!!Poi bisogna fare anche il conto che ci sono pure le piogge ed io sono riuscito ad allenarmi pure sotto dei veri e propri diluvi per la gioia della mia compagna che in quelle occasioni mi urlava:”Sei un’ incosciente!!! Sono 2 ore che non so dove sei!!! Bastardoooo”. Ma il bello doveva ancora arrivare…



Marzo 2007 il countdown è iniziato:
30 km in 2 ore e 55! Questa è stata la prima uscita di Marzo!Che ve ne pare?Gli allenamenti erano diventati pesantissimi a tal punto che correre in quel periodo era diventato come un secondo lavoro!”non mollo...non mollo” mi ripetevo…questa volta arrivo a Treviso!Questa volta ce la faccio!Ma gli allenamenti continuavano a crescere:altra uscita di 30 km a metà Marzo in 2 ore e 45 stavolta!!! Lo stress pesava ma non tanto per le distanze percorse o per il tempo dedicato alle uscite pesava per il fatto che non ho ancora specificato che tutto ciò veniva fatto dopo 9 ore di lavoro in fabbrica!!!questo non è poco…anzi!
Ma non importa:”non molo non mollo” continuavo a dirmi negli allenamenti più sfibranti. Il 25 Marzo era sempre più vicino ed io anche se provato da 3 mesi e mezzo di preparazione non ero affatto stanco o debilitato anzi…allenamento dopo allenamento mi ero caricato a molla sempre di più anche perché me lo ero promesso: questa volta ce la fai!


26’ Grand Prix Internazionale Pordenone 09.09.2007



Dai Pasteo…manca poco!

L’ ultima settimana è stata la parte più pesante di tutta la storia! Al lavoro è stata una gran paranoia sul non farmi male, non prendere botte sulle caviglie e non infortunarmi…prova a immaginare come mi sarei sentito se dopo tutto lo sbattimento per la preparazione avessi dovuto starmene a casa il giorno della maratona per un’ infortunio sul lavoro che non avevo mai avuto prima: Paranoieeee!!! Poi avevo paura di prendere freddo e così compromettere la maratona. La mia compagna mi diceva che non vedeva l’ ora che tutto fosse finito perché ero ormai insopportabile!!! Ero totalmente alienato e tutto ciò che vedevo era: la Trevisomarathon. Gli allenamenti della settimana erano stati tranquilli: 10 km il lunedì, 10 km mercoledì, giovedì e venerdì scarico con massaggio preparatorio il venerdì sera da un mio amico massaggiatore. Posso dire che l’ ultima settimana è stata lunghissima sembrava quasi non arrivasse più domenica.
Sabato 24 Marzo 2007:
Molto nervosamente mi sono recato assieme alla mia compagna presso lo stadio “Tenni” a Treviso per il ritiro pettorale e pacco gara. La città mi innervosiva più del solito era molto trafficata ed una volta arrivati al “Tenni” neanche con un miracolo non si riusciva a trovare un parcheggio!!!Alla fine ho lasciato l’ auto a 3/400 metri dallo stadio e per ritrovarla ho dovuto comprare un navigatore satellitare! Dentro gli stand della Trevisomarathon c’ era già aria di grande evento. Era il preludio di un giorno…per me storico.

Campionato Italiano mezza maratona Vigarano Mainarda 30 Settembre 2007


Domenica 25 Marzo 2007

La sveglia suona alle 5&30 e molto stranamente io balzo in piedi dal letto tra lo stupore incredulo della mia compagna!”Che strano!!!-esclamò-di solito non scendi neanche con le bombe!!!”. Eehhh erano mesi che non vedevo l’ ora che suonasse quella sveglia!La giornata era iniziata bene ero contento più che nervoso e la colazione contribuì ad un relax sperato.
Colazione Pasteo: Caffè in quantità industriale, fette biscottate con la marmellata(tante), 8 berrette al muesli(25 grammi l’ una), 1 drink energetico di carboidrati(345 Kcal), crostata alla marmellata di ciliegie, biscotti e cornfleaks e 50 grammi di pasta in bianco senza sale né olio!!! Cazzo hai letto bene?Ho mangiato senza remore per 50 minuti di fila!...”cavolo Pasteo-mi dicevo-pensa se dopo aver ingerito questa montagna di calorie…ti strappi dopo 200 metri che sei partito!!!Ritorni a 97 kg di peso come 3 anni fa in un colpo solo!”Ero pieno di energia , pieno di una grande carica e voglioso di vedere fin dove sarei arrivato. Che scommessa che avevo davanti…forse più grande di me ma alla fine non avevo niente da perdere al massimo mi ritiravo. Dovevo solo correre fino a quando riuscivo……

Ore 7:30 partenza verso Vittorio Veneto(Tv)
Verso Vittorio Veneto ero abbastanza tranquillo non stavo neanche stressando la mia morosa e ci fermammo per un caffettino che ci stava tutto!Il cielo non era bellissimo ma visto le condizioni meteo dell’ anno prima non mi lamentavo e pensieroso guardavo fuori del finestrino!Eravamo in autostrada verso l’uscita Vittorio nord a quindi quello che vedevo dal finestrino era molto conosciuto da me ma continuavo a cercare di vedere qualcosa di nuovo per non pensare alla fatica che mi aspettava. Arrivati a destinazione……..



Verso la partenza . . . .


Ormai c’ero!!! Ero dentro gli spogliatoi di un impianto sportivo, seduto con la testa tra le mani …ero seriamente in dubbio sul tipo di abbigliamento che avrei usato durante la gara perché il clima era un po’ incerto e non volevo trovarmi incasinato magari al km 33. Avevo 2 tipi di completi: uno primaverile e uno di tessuto uguale ma più corto. Dopo un po’ pensai che correndo forse sarebbe stato peggio soffrire il caldo che il freddo quindi optai per il completo più leggero sperando che fosse quello più adatto. Dopo un tuffo nella crema di canfora mi sono vestito, ero pronto per andare verso la partenza e tra me e la mia gara c’era ormai solo il riscaldamento pre-gara. Man mano che avanzavo verso lo start cresceva l’atmosfera che si respira solo in grandi eventi ed è una sensazione bellissima. E’ per me uno tra i momenti più particolari…da ricordare. Si incontrano tanti partecipanti e tutti si salutano augurandosi una buona gara. Ho trovato anche tanta gente conosciuta…tutti avevano nello sguardo la stessa grinta. Bello bello veramente bello fare una maratona ed io vi invito a provare prima o dopo e se vi state dicendo:”cosa vuoi che faccio???una maratona ioooo???”ricordatevi che se l’ho fatto io può farlo chiunque!!!

Per concludere bene laTrevisomarathon ci vuole un po’ di…cu...fortuna!!!



Trevisomarathon 2007


Tentativo di difesa dal freddo dopo il riscaldamento pre-gara

Ore 9:30 Vittorio Veneto partenza interno gabbia n’3
Eravamo tutti scalpitanti ed impazienti di sentire lo speaker dire:”Partiti!”. Le cose che più ti rimangono in mente di quando si è assiepati allo start di una gara del genere sono i vapori balsamici della canfora consumata a kili dai partecipanti ed il nervosismo che gli ultimi interminabili minuti prima di partire ti riserva. Nei volti dei partecipanti non ci sono diverse espressioni anzi! Forse è l’ unico momento in cui tutti sono sullo stesso piano …il pensiero che si ha in quegli attimi antecedenti l’inizio sono che tutto vada bene che non ci siano cedimenti psico-fisici o infortuni, che si riesca a fare una bella maratona! Questo è uguale sia per i professionisti che per i disperati come me! Io pensavo alla fatica della preparazione a tutto quello che avevo fatto al sogno se si tramutava in realtà. Intanto i minuti passavano………
Ore 9:40 si parte!!!
Dopo la partenza dei diversamente abili dopo pochi minuti lo speaker annunciò la partenza della Trevisomarathon 2007: Viaaa partiti.
4200 anime si misero a correre tutte insieme. Tutti erano molto motivati ed io mi sentivo abbastanza bene ma l’ incognita in una gara così lunga è sempre da mettere in preventivo quindi stavo sempre sul chi va là. La gente ai bordi della strada era veramente stupenda applaudivano gridavano incitavano tutti anche gli sfigati come me e la sensazione che si prova in quei momenti è veramente sbalorditiva.
Correndo i primi kilometri avevo notato che stavo sotto i 5 minuti al km che per me è un buon tempo anche se impossibile da mantenere fino alla fine ma non mi importava correvo come un pazzo verso un sogno e quindi andavo andavo...correvo correvo.
Menarè km 8
Lasciato Vittorio Veneto e S.Giacomo di Veglia passai per Menarè dove ho trovato il primo ristoro(indispensabile per reintegrare i liquidi persi) ed una vera e propria festa con i residenti in festa e un gruppo rock in festa!!! Vin brulè dolci odore di carne alla griglia…alpini con il prosecco in mano.
Tutto un paese era per strada a vedere la maratona. Io ero ancora in gruppo e mi dicevo:”Pasteo questi attimi non li scorderai più!” Parole sante…
Conegliano Km 13
Il passaggio per la città di Conegliano è stata un colpo d’ occhio fantastico…penso 6000…8000 persone ai lati della strada in centro la banda che suonava ed ancora tanta gente. L’emozione cresceva in me perché non mi era mai successo di trovarmi in circostanze così e mi complimentavo da solo nel fatto di aver voluto partecipare a quell’ evento. Poi mi resi conto anche di un’ altra cosa…ero al km 13 e non era neanche un’ ora che avevo iniziato a correre!!! Stavo bene stavo molto bene e quindi…
Susegana, Ponte della Priula Passaggio “Mezza maratona”
Dopo Conegliano si trova il primo tratto con rettilineo da stress…il tratto di Ss 13 Pontebbana che porta a Susegana.
“Non guardare avanti Pasteo-mi dicevo-non guardare avanti” ed io non ce la facevo!!!Guardavo a terra 30 secondi e poi davanti piccolo piccolo vedevo il semaforo di Susegana.”Dai che sei già arrivato a Ponte della Priula” mi autocaricavo volevo lasciare in dietro quel primo “piccolo ostacolo” e vedere con quale tempo avrei raggiunto il km 21.097. …poi vidi le prime case di Ponte della Priula passata la rotonda appena fuori Susegana ,con gioia , notai il traguardo della mezza maratona e questo mi fece inserire il turbo.”Stupefacente…stupefacente…ho percorso mezza gara in 1 ora & 45 minuti” esattamente 48 minuti in meno dell’ anno prima ma a differenza di quell’ occasione continuavo a correre come un pazzo. Stavo bene di un bene insperato…ora potevo puntare Treviso con grandi probabilità di concludere “I miei primi 42 km…e 195 metri!!!”


Passaggio nel centro di Conegliano Trevisomarathon 2007



Vado al massimo…vado a gonfie vele!!!



Passaggio a Ponte della Priula mentre dico alla Manuela la fatidica frase:”sto volando!”

A Ponte della Priula mi attendeva la mia compagna che aveva l’ incarico di passarmi una borraccia di integratori a base di carboidrati.(oltre i sali minerali dei ristori ho voluto reintegrare pure i carboidrati) Quando la vidi esclamai:”Sto volando...vado al massimo!!!”. Stavo veramente andando a gonfie vele e con gioia lasciai alle spalle anche Ponte della Priula con tutta la gente meravigliosa che ai bordi della strada creava un clima splendido.
Spresiano km 27
Arrivato a Spresiano le condizioni meteo iniziarono a cambiare si alzò un vento abbastanza fastidioso ma per fortuna non sembrava imminente la pioggia che avrebbe reso più stressante la parte finale della gara. In quel tratto di strada iniziò a cambiare anche la mia condizione fisica perché si sentivano i primi segni del peso dei km macinati fin li ma non ci pensavo:”non mallare mai” questo era il mio pensiero fisso ed io non mollavo!!!
Vento pioggia e rettilinei infiniti
Dopo Spresiano tutto ciò che poteva venire in mio sfavore arrivò senza ritegno! La pioggia che poco prima sembrava remota iniziò a scendere fine e penetrante, il vento soffiava sempre di più ed i rettilinei lunghissimi che si trovano verso Visnadello sembravano non finire mai!”Pazienza Pasteo è dura…pazienza...corri e basta!!!” Ormai parlavo da solo ed immagino che chi correva assieme e me pensasse che ero proprio pazzo!!!
Visnadello km 32
Ormai era difficile vedere persone seguire la gara, la situazione metereologica era precipitata e solo nei ristori si trovavano temerari che incitavano tutti. Ero circa sulle 3 ore di corsa e iniziavo veramente a sentire la gambe appesantirsi ad ogni passo…forse stavo per entrare nella parte più dura della gara infatti…
Carità:tra freddo ed allucinazioni audio-visive km 35
Il passaggio a Carità è stato il preludio di uno sfinimento mai provato prima le gambe sembravano fatte di cemento armato ed i dolori aumentavano in maniera davvero preoccupante ma la tattica che avevo pensato per superare i momenti più duri e stressanti si rivelò azzeccatissima. Niente di geniale anzi!Tutto si concentrava nel fare una gara sulla gara. In pratica il ragionamento era questo: Sei arrivato al km 36...ora punta al 37!
Sei al 37...punta il 38!!! Ma proprio al km 38 iniziarono le prime allucinazioni audio-visive. Ho visto l’ arcangelo Gabriele che mi diceva:” Vai Pasteo che manca poco!!! Vai che ci sei!!!” Sto ovviamente scherzando ma dal 38 kilometro in poi…



Volli sempre volli...fortissimamente volli!!!

Passaggio ponte sul Piave Km 22,5 Trevisomarathon 2007

Treviso km 40
Non c’ era più neanche un po’ di energia nelle mie gambe ormai avevo dato tutto e per percorrere gli ultimi kilometri potevo essere aiutato solo dalla mia testa perché era l’ unica cosa che mi era rimasta. Già se il fisico cede e la testa pure non è detto che non crolli al km 41!!! Mi ritengo fortunato perché ne ho visti atleti finire a terra magari a poco più di 1 km dal finish ma a me era rimasta una lucidità mentale ottima e continuavo ad incitarmi.”Dai che ci sei...sei grande-mi dicevo-ormai il traguardo non è più un miraggio...pirla chi molla!”.
Niente mi poteva più fermare ero pronto anche a strisciare per terra. Volevo concludere a tutti i costi una gara che per distanza e altri fattori è per molti ma non per tutti ed io stavo per arrivare al finish!!!Incredible.
Trevisomarathon Finish km 42,195
Entrato in città ogni metro che avanzavo il cuore batteva sempre di più e la gioia diventava entusiasmo e soddisfazione.
E vai!!! Ad un certo punto vidi il cartello che segnalava il km 42 in pratica mancavano solo 195 metri...tra me e la realizzazione di un sogno. C’ era solo un breve piccolo rettilineo. Iniziai a commuovermi a pensare che c’ ero riuscito! Poi ricomparve anche un discreto numero di persone che applaudivano gli atleti che si classificavano e tutto era davvero emozionante.


Lo sguardo che ho in questa foto al km 41,3 sembra dire:”Ma dove cazzo è l’ arrivo!!!”



E’ finita!

3 ORE 56 MINUTI & 15 SECONDI
E’ questo il tempo che ho realizzato per percorrere la Trevisomarathon 2007 e appena tagliato il traguardo lo sfogo della tensione, la gioia per aver centrato l’obbiettivo, e tanti altri fattori messi insieme mi hanno fatto scoppiare in un pianto liberatorio. “Sei grande-mi dicevo-sei grande!”
All’ arrivo trovai anche la mia compagna Manuela che nel vedermi in lacrime iniziò a piangere anche lei!
Auguro a tutti di provare ciò che in quegli attimi ho provato io.

Ultimi metri prima del finish alla Trevisomarathon ’07


Pasteo in lacrime all’ arrivo della Trevisomarathon 2007



...corro come Dustin Hoffman ne “il maratoneta”


Questo racconto è un ricordo non tanto remoto con momenti indelebili e attimi per me davvero speciali. Sicuramente il 25 marzo 2007 lo ricorderò come un giorno storico. In realtà non è comunque la prima maratona che ho concluso in quanto il 20 agosto 2006 arrivai al traguardo della Prealpimarathon. Questa gara però era sviluppata su una distanza di km 32,5 anziché i classici 42,195 sia per difficoltà del percorso che per l’accoppiamento con la montain bike. Per ricordare quell’evento inserirò per ultimo il post che ho dedicato a questa gara nel blog "Running". Oggi 12 dicembre 2007, dopo aver partecipato e concluso la Venicemarathon (4:09:50) il 28 ottobre ho iniziato una preparazione più mirata e atta a portarmi ad uno stato di forma psico-fisica per percorrere la Trevisomarathon 2008.
Nel 2008 avrò comunque un anno impegnativo in quanto saranno molte le mie partecipazioni a grossi eventi:

-Trevisomarathon
-Campionati italiani F.I.D.A.L.
-Campionato italiano alpini
-Milano City marathon

Questi saranno solo gli eventi più importanti di anno che spero replichi le gioie di quello precedente. Il gusto di scommettere contro me stesso mi ha portato uno stimolo a cercare di vedere fino a dove riesco ad arrivare senza però perdere il senso del mio limite.
Pasteo vi saluta sperando che questo racconto sia stato di vostro gradimento e vi invita a votare il sondaggio riguardante sul blog "Running"
Grazie
By Pasteo (Alberto Bressan)



Razza “Prealpi”
(Dal blog "Running"/post Prealpimarathon 2006)

Dopo l'incredulo risultato nella" Trevisomarathon '06" decisi di iscrivermi alla Prealpi run & bike marathon che si correva tra Valdobbiadene(Tv) e Mel (Bl) il 20 Agosto '06.Iniziai la preparazione ad Aprile facendo un numero enorme di gare tutte amatoriali tranne una:La 10 miglia del Montello .Nomino volentieri quella gara per molti motivi:per il percorso tra i boschi
del Montello, per la gente che ci seguiva lungo la strada,per l'arrivo in volata con un runners che ho conosciuto durante la corsa(la volata valeva per il120 posto!!!!) ma soprattutto perchè il top runners ed ospite d'onore di quell'evento era un tale:Stefano Baldini.Sì sì proprio lui.....proprio la medaglia olimpica....l'oro olimpico!!!!E' ovvio che un' amatore come me non può che essere orgoglioso di aver "insidiato" un' atleta di questo livello!!!!Mi immagino che nel vedermi si sarà anche un pò spaventato:"tranquillo Stefano quando gareggio con tè ti lascio vincere!!!!".
Chiusa la parentesi della 10 Miglia. Arrivai ad Agosto con una condizione buona ma io non avevo
mai concluso una maratona e quindi ero sempre in apprensione per tutti i motivi che vi potete immaginare:infortuni,affaticamenti e molti altri fattori che potevano non farmi realizzare la mia scommessa. Comprai in quel periodo un libro ALLENARSI A CORRERE di S.Diamantini.
Se non siete professionisti o runners esperti ve lo consiglio perchè oltre ad essere interessante
può risolvere dubbi o darvi consigli semplici ma efficaci e molto utili(hey Simone ti sto facendo pubblicità gratisss).Arrivò il 20 Agosto ed arrivarono in piazza a Valdobbiadene(Tv) altri 350
runners.Pochi vero???Se non avete capito perchè solo 350 partecipanti ad una maratona ve lo spiego descrivendovi il percorso:Partenza piazza Valdobbiadene nei primi 10 km si saliva di 1000 metri tramite mulattiere fino al Rifugio Posa Puner per poi proseguire su' e giu' tra malga mont
malga budui per km e km per poi scendere vorticosamente fino a Villa di Villa(Bl) e alla fine quando pensavi di aver finito su' fino alla piazza di Mel(Bl) avete capito perchè si era solo in 350?!?Io partii convinto....avevo fatto tutto ciò che era per me umanamente possibile fare....
ero tranquillo che anche se non avessi finito la gara sarei stato comunque soddisfatto di me e del mio impegno. Alla fine sono arrivato a Mel in 3:46:38 arrivando 103 in classifica. Quando ho tagliato il traguardo non avevo neanche la forza di piangere ero stremato!!!Solo chi ha corso la Prealpi può capire cosa si prova in quel momento...che sia run o bike.Noi non siamo razza Piave "barcollo ma non mollo"....noi siamo RAZZA PREALPI!!!!Noi non molliamo anche senza barcollare(vero Denis?) Alla fine ero riuscito a concludere una maratona....e che maratona.
Alla fine avevo avuto ragione io nello scommettere con mè stesso !Alla fine.........aveva ragione il matto!!!!!Dedico questa impresa a Marco Zambon MURETTA mio grande amico che non c'è piu'....e che mi manca tanto!Ciao muraglion.



Prealpimarathon 2006 Domenica 20 Agosto 32,5 Km Tempo 3:46:18 in classifica n’103


Racconto dedicato a tutti voi che avete avuto voglia di leggerlo e vi aspetto ancora nel mio blog www.pasteo-runners.blogspot.com


Pasteo al Campionato Italiano mezza maratona Vigarano Mainarda (Fe) 30 settembre 2007


Pasteo al Campionato Italiano mezza maratona Vigarano Mainarda (Fe) 30 settembre 2007

Pasteo alla Maratona di Venezia 28 ottobre 2007

Pasteo alla Maratonina della vittoria alata 17 febbraio 2008

Pasteo ultimi kilometri Trevisomarathon 2008


Pasteo al finish della 10 miglia del montello 2008


Designer Milena Bressan

lunedì 18 agosto 2008

Vacanze '08:alto Garda...non solo bike

ARCO (Tn)
Da Wikipedia


Tutte le foto delle nostre vacanze (CLICCA QUI)









Geografia

Arco si trova a Nord della piana dell'Altogarda, la parte finale della valle del fiume Sarca, che sfocia di qui nel Lago di Garda. La posizione protetta dalle montagne e la vicinanza del lago di Garda, permette a questa zona di mantenere un clima particolarmente mite, che fa di questa città una stazione di soggiorno nota da secoli.

A nord di Arco, si trova la grotta di Patone, una grotta orizzontale, facilmente visitabile.

Storia

Alcune testimonianze e studi sul territorio hanno potuto stabilire che durante il periodo del neolitico diverse popolazioni - di origine ancora oggi sconosciute - abitarono le zone della piana del fiume Sarca, fondando nell'età del Bronzo e in quella del Ferro nuovi insediamenti abitativi.

Nel XII secolo subì l'occupazione di una signoria proveniente dalla Baviera che riuscì a conquistare il castello, quest'ultimo forse eretto dall'imperatore Teodorico, ottenendo in seguito l'ufficiale investitura feudale di Arco dal vescovo di Trento Altemanno.

Arco fu quindi una delle località interessate dalle vicende umane e storiche che si svolsero tra il XI secolo e il XIII secolo e dalle numerose proprietà che videro protagonisti i vari componenti della famiglia degli Ezzelini. Proprietà che furono ampiamente accertate, censite e documentate dopo la loro definitiva sconfitta avvenuta nel 1260.

Nei secoli successivi il borgo - dopo essere stato più volte saccheggiato e incendiato - divenne dominio dei Visconti, degli Scaligeri e della Repubblica di Venezia. Seguì quindi l'annessione all'Impero austriaco e sarà solo dopo il termine della Prima guerra mondiale che diverrà parte integrante del Regno d'Italia.

Luoghi di interesse



Il Castello di Arco

Castelli

Il castello di Arco

La città si sviluppa alle pendici di una rupe rocciosa dalla quale il magnifico castello medievale domina l'intera valle dell'Altogarda. Originariamente il castello fu in pratica un borgo fortificato difeso da possenti mura e da un buon sistema di avvistamento grazie alle torre presenti ai vari lati del nucleo. L'intero complesso era costituito dalle due torri Renghera, posta nella parte più alta della rupe, e Grande nonché diversi edifici quali il rondello delle prigioni, il laboratorio del fabbro, la cantina, il molino e tre cisterne.

Secondo alcune fonti la sua costruzione ebbe origine nel medioevo, eretto dagli stessi abitanti di Arco e solo in seguito divenne proprietà della nobile famiglia arcense che dominò queste terre. Il castello fu abbandonato nel corso del Settecento anche a seguito dell'assedio delle truppe francesi nell'estate del 1703 comandate dal generale d'oltralpe Luigi-Giuseppe di Vendôme.

Un accurato restauro nel 1986 e altri negli anni successivi, commissionati ed eseguiti dalla provincia autonoma di Trento e dal Comune di Arco, hanno permesso la scoperta e il recupero di alcuni cicli di affreschi raffiguranti cavalieri e dame di corte dell'epoca medievale.

Ancora oggi il castello di Arco richiama ogni anno migliaia di visitatori offrendo un panorama incantevole della zona e una visita tra suggestive rovine. Le abitazioni del centro storico, disposte appunto ad arco attorno alla rupe dell'antico castello danno secondo alcuni il nome alla cittadina, un'altra corrente di pensiero dice che il nome deriva dal latino Arx, arcis la rocca, appunto per la presenza di questa importante opera di fortificazione.

Natura

Panorama del centro storico, sullo sfondo il castello

Arboreto di Arco

L'arboreto è un'area inserita nel precedente Parco Arciducale voluto dall'Arciduca Alberto D'Asburgo, quest'ultimo cugino di Francesco Giuseppe I d'Asburgo e che stabilì la propria residenza ad Arco nel 1872 erigendo la Villa Arciducale, ed esteso per un ettaro.

Il progetto per la realizzazione dell'orto botanico fu affidato negli anni sessanta del Novecento a Walter Larcher, professore di botanica dell'Università di Innsbruck.

L'arboreto, ricco di specie arboree e arbustive, accrebbe maggiore valore culturale e scientifico dopo il 1992 quando il Museo Tridentino di Scienza Naturali di Trento avviò diversi progetti di rivalutazione dell'intera area botanica; i lavori vengono avviati nel 1993 a cura del Servizio Ripristino e Valorizzazione Ambientale della provincia autonoma di Trento. Sempre nello stesso anno nuovi accordi tra il Comune di Arco e il museo di Trento fan sì che l'arboreto diventi sede distaccata del museo stesso.

Le specie vegetali conservate sono all'incirca 150 e provenienti da diverse zone geografiche quali Europa meridionale e centrale, Asia orientale, Americhe e regioni africane.












RIVA DEL GARDA (Tn)

Da Wikipedia

Geografia


Riva del Garda (in Trentino chiamata per lo più semplicemente Riva) è situata nell'angolo nord-occidentale del Lago di Garda. Sul lato ovest si erge a picco il Monte Rocchetta (1575 m) mentre su lato est sorge il Monte Baldo (2218 m).


Storia

Le prime notizie certe vedono Riva (Ripa) aggregata in epoca romana al municipium di Brescia.
Del periodo pre-romano si hanno importanti ritrovamenti, ma non sappiamo con certezza come fosse la cittadina, né se la sua popolazione fosse retica o gallica.
Sono nominate le popolazioni dei Benacenses e dei Sabini, oltre ai Galli Cenomani. Da non sottovalutare influssi etruschi, forse giunti in zona dalla pianura Padana proprio in seguito al calare di stirpi galliche (celtiche) attraverso le montagne lombarde.
Di epoca romana numerosi ritrovamenti, si sa che a Ripa esisteva un collegio nautico e che un certo Metellio, tribuno militare, fece costruire qualcosa (un castello?) nella parte più alta della cittadina, località detta in loco "Marocco" (sasso).
Importanti scavi presso il Monte S.Martino (o Luna), nei pressi della frazione di Campi, stanno mettendo in luce un villaggio-santuario fortificato di epoca preromana e romana, abbandonato successivamente (perché ormai posto "pagano?") anche se nei pressi per secoli funzionerà la chiesetta di S.Martino, assai venerato in epoca longobarda.
Caduto l'Impero Romano, Riva passa di mano più volte seguendo dominazioni di Goti, Longobardi, Franchi... ma entra ben presto nella sfera d'influenza del Principe Vescovo di Trento, pur rimanendo in sostanza un libero comune (Statuti propri). Seguono periodi di dominazione Scaligera veronese, Viscontea, Veneziana.
Di questi ultimi la costruzione del Bastione, edificato agli inizi del 1500 sopra una preesistente fortificazione medioevale, sul dosso detto dei Germandri. Nei pressi, sopra il colle (castelliere preistorico) di S.Maria Maddalena, resiste al tempo l'antica omonima chiesetta, e il torrione (a sua volta utilizzato come chiesetta) di S.Giovanni in località Pinza, lungo la secolare strada che collegava Riva al Bresciano, via Campi/Trat/val di Ledro.
Nei pressi del valico di Trat (punta La Rocca) resistono i resti del piccolo castello costruito dai Rivani nel Medioevo proprio per controllare il passaggio. Nei suoi pressi (valle dei Morti) si svolse una furiosa battaglia tra Viscontei e Veneziani.







Variazioni

La denominazione del comune fino al 1969 era Riva. La circoscrizione territoriale ha subito le seguenti modifiche:

  • nel 1929 aggregazione di territori del soppresso comune di Nago-Torbole; nel 1955 aggregazione di territori del soppresso comune di Pregasina staccati dal comune di Molina di Ledro (Censimento 1951: pop. res. 100);
  • nel 1957 distacco di territori per la ricostituzione del comune di Nago-Torbole (Censimento 1951: pop. res. 1868); nel 1996 distacco di territori aggregati al comune di Tenno (zone disabitate).[2]







Luoghi d'interesse

Monumenti artistici

Notevole è la chiesa Dell'Inviolata, a pianta centrale, con l'interno decorato in stile barocco e che la tradizione vuole progettata da un architetto portoghese. Diversi edifici quali, la centrale elettrica, l'hotel Sole, il complesso della Spiaggia degli Olivi, piazza San Rocco, l'asilo infantile sono opera dell'architetto rivano Giancarlo Maroni, noto come l'artefice del Vittoriale, dimora di Gabriele D'Annunzio a Gardone.

Piazza Tre Novembre con la Torre Apponale
Piazza Tre Novembre con la Torre Apponale

La piazza principale di Riva – piazza Tre Novembre - con i suoi palazzi di gusto lombardo-veneto, si apre sullo specchio del lago sotto gli strapiombi del Monte Rocchetta (m 1575). È delimitata dal lago e dal colle formato d’antichi cumuli di frana (marocche: da qui il nome della contrada Marocco), dove si arrampica pittoresca la vecchia città.
Davanti alla piazza il porto, un tempo tanto importante da essere diviso in tre settori (notizie da uno statuto del 1274): «Portus ad Ponalem», «Portus Desenzani» e «Portus Lazesii».
Sulla parte rivolta al lago sorge il Palazzo pretorio, fatto costruire nel 1375 da Cansignorio della Scala. Sotto l'ampia loggia lapidi romane, medioevali e moderne fra cui una che ricorda le numerose dominazioni a cui la città nei secoli s'è sottoposta.
Sulla facciata est dell'edificio è visibile lo stemma del Principe Vescovo Giorgio III di Neideck.
Collegata da portici quattrocenteschi con Palazzo Pretorio è la Casa Del Comune, fatta ristrutturare fra il 1475 ed il 1482 da Francesco Tron Provveditore veneziano a Riva, e adornata da vari stemmi tra cui quello di Riva. Attraverso la Porta Bruciata, antico archivolto che congiunge i due palazzi, si accede a Piazza San Roccoche conserva l'aspetto rustico-medioevale dell'antica Riva. Da vedere la Chiesa Dei Ss. Rocco E Vigilio distrutta, eccetto l'abside, durante la guerra 1915-18.
Da Piazza III Novembre si sale alla Contrada Maroccosopra menzionata, dove ci sono ancora incorporati tra i «palazzi» i resti di tre torri e di solidissimi muri di difesa della città medievale. Sempre da questa piazza s’imbocca l’erta Via Fiume, strada commerciale del borgo medievale fiancheggiata dalle case di Via Marocco, tra le quali vi era anche una sinagoga per gli stampatori ebrei giunti a Riva al tempo del Concilio di Trento.
Via Fiume termina con la medioevale Porta San Marco, ricostruita dai Veneziani nella seconda metà del XV secolo e restaurata nel 1536 dal Vescovo Bernardo Clesio. Ancora oggi è ben conservata nelle robuste arcate, nelle snelle finestre e nelle incassature per il ponte levatoio; incassato sul lato destro della porta è visibile un sarcofago romano. La Porta è sede della locale sezione della S.A.T. (Società degli Alpinisti Tridentini).
Sul lato est di Piazza III Novembre s'innalza la Torre Apponale, forse così chiamata quale difesa del «Porto a Ponale» (ad Ponalem). Secondo i documenti viene eretta verso il 1200, bassa, merlata, con una porta un tempo alta sul livello del suolo; sopraelevata nel 1555, è alta 34 m ed interrata per 3-4 metri. Caposaldo della difesa cittadina aveva ai suoi piedi i fondachi del sale e del grano, i magazzini e i banchi del cambio dei fiorentini. Prigione prima, viene utilizzata poi come osservatorio nella Prima guerra mondiale. La sovrasta ora un angioletto in lamiera chiamato «Anzolim de la Tor», angioletto che troviamo anche sulle chiese di Arco e in tutto il Trentino. La torre contiene l'orologio e la grossa campana fusa nel 1532.
Da Piazza III Novembre per il lungolago verso ovest, si giunge a Piazza Catena, detta così per la catena che dalla piazza veniva calata alla sera nell'acqua a sbarramento del porto; tale catena andava dalla casa del dazio (ora ufficio biglietteria battelli Navigarda), fino al giardino della Rocca prospiciente il lago. Nel centro della piazza è collocata la statua barocca di S.Giovanni Nepomuceno, protettore delle acque. Da Piazza Catena ha inizio Via Giacomo Cis, dedicata al progettista ledrense e costruttore nel 1851 della strada, scavata nella roccia, che dal lago sale per Pregasina e la Valle di Ledro, oggi chiusa al traffico. In Via Cis, ai piedi del Monte Rocchetta, troviamo l'edificio della Centrale Idroelettrica Del Ponale, costruita in stile gardesano su progetto dell'architetto locale Giancarlo Maroni, amico di D'Annunzio, che utilizza come bacino le acque del Lago di Ledro, con un salto di 500 m. La condotta originale della centrale viene inaugurata nel 1926 da Gabriele d'Annunzio.
Percorrendo Via Gazzoletti, si giunge alla Rocca, costruzione del 1124, eretta dai rivani quale opera di difesa dietro autorizzazione di Altemanno Vescovo di Trento. Successivamente diventa il simbolo del potere militare. Ignota ne è la forma originale a causa dei numerosi rifacimenti subiti, gli ultimi vengono apportati dagli austriaci che la adattano a caserma.
Davanti alla Rocca, sulla sinistra, l'alberata Piazza C.Battisti e a lato Piazza Garibaldi con il vecchio Teatro Sociale, oggi utilizzato come galleria espositiva. Da questa piazza, parte la signorile Via Maffei con i suoi palazzi: Lutti, Armani, Clari, Martiniche mostrano sale ricche di affreschi e dipinti; su questa via si apre Piazza delle Erbe con il Palazzo Menghine la Casa Bettinazzi, dove aveva il suo studio il pittore Giuseppe Craffonara. Da Piazza C.Battisti s'imbocca Viale San Francesco, all'inizio del quale si intravedono i resti della cinta muraria della città; qui si trovava la Porta San Francesco.
Tornando in Piazza Garibaldi e salendo per Via Mazzini si giunge in Piazza Cavour, dove sorge la Chiesa S.M.Assunta. L'attuale edificio, ricordato per la prima volta nel 1106, è ricostruzione barocca (1728). L'interno presenta una navata unica e una cappella laterale del Suffragio; ha numerosi altari barocchi con fregi e stucchi. Alle spalle dell'altar maggiore spicca il grande quadro dell'Assunta del Craffonara, del quale la chiesa conserva al quarto altare di sinistra l'opera migliore, l'Addolorata.
Nella adiacente Piazzetta Craffonara un busto in bassorilievo del pittore (1790-1837), opera di Francesco Trentini, e un'antica colonna. L'antica chiesa, in seguito distrutta, sorgeva su questa piazzetta. Da Piazza Cavour si apre la Porta San Michele che funge da campanile della vicina chiesa; in origine senza torre viene rifatta più stretta nell'800. In fondo al viale spicca la Chiesa Dell'Inviolata, una delle più singolari costruzioni sacre di tutto il Trentino. La Chiesa viene fatta costruire nel 1603 da Gaudenzio Madruzzo governatore del luogo su progetto di un ignoto architetto portoghese. L'esterno è semplice; l'interno a pianta ottagonale è sfarzoso per la ricchezza di altari, decorazioni e tele dei migliori artisti dell'epoca: al primo altare di sinistra un dipinto di scuola bolognese il Crocifisso al secondo e terzo altare "San Carlo Borromeo" e "San Gerolamo", opere di Palma il Giovane. Dipinti su muro "Le Nozze di Cana", "La Morte di San Giuseppe", etc. di Pietro Ricchi. Gli stucchi sono di Davide Reti. L'altar maggiore è rivestito di marmo verde antico e rosso francese, mentre gli scanni del coro sono di legno intagliato con scene del Testamento. La chiesa si può considerare il più bell'esempio di architettura barocca del Trentino.
Nel centro la Chiesa Di San Giuseppe, trasformata in galleria stradale, collega Viale Dante a Piazza delle Erbe. Già esistente nel 1579 e successivamente sconsacrata, ospitava una congregazione di frati (ordine dei Disciplinati) che si occupavano di cerimonie funebri e di ammalati; pregevoli i frammenti di affreschi di scuola giottesca nella volta. La Chiesa Di San Michelein Viale Martiri 28 Giugno 1944 è molto antica. Edificata nel 1159 e nuovamente nel 1540, ha una piccola abside circolare; il cippo ricorda che qui c'era l'antico cimitero della città; lapide e monumento agli Alpini Caduti. Nei giardinetti poco distanti dalla chiesetta c'è un sarcofago romano trovato durante gli scavi del condominio di fronte.
Dalla circonvallazione, proprio sopra l'antico borgo al Castello, un sentiero ombreggiato da pini conduce in ca. 30 minuti al Bastione, fortezza veneta del 1508; il Bastione esiste già precedentemente (1450), viene rifatto dai Veneziani tondo per sfuggire ai colpi di cannone; minato nel 1703 dal generale francese Vendôme viene preso nel 1796 dalla truppe napoleoniche. Il Bastione di pietra grigia sovrasta la città e il lago; offeso dal tempo e dagli eventi rimane uno dei simboli di Riva. Proseguendo la passeggiata per ancora 1 ora ca. troviamo la Capanna Sociale Di S.Barbara e poco oltre la Chiesetta Di S.Barbara (m 625), costruita nel 1935 dai minatori in una superba posizione panoramica.
Ritornando a valle, s'incontra un sentiero sulla sinistra che in ca. 30 minuti conduce ai ruderi della torre medievale San Giovanni nella quale si possono notare tracce di dipinti di un'antica chiesa. Nel bosco tracce di muri in calce appartenenti ad un presunto castrum tardo-romano o barbarico (monete e fibule).
Sul lato est di Riva il Monte Brione (m 376), una collina in mezzo alla valle del Sarca che gode di un clima particolarmente mite (olivi già nel 1300, lecci, fillirea, eufhorbia ricaensis), è considerato oggi un biotopo di rilevante interesse naturalistico. Anticaglie dell'età romana sono venute alla luce nel punto dove sorgeva la Bastia attualmente devastata. Il Monte Brione venne fortificato dagli austriaci tra il 1862 e il 1911 con opere belliche. Ai suoi piedi la costruzione del Forte San Nicolò , collegato con il sovrastante Forte Garda, a tre piani con quattro cupole corazzate (1907-1909). In cima al Brione il Forte Sant'Alessandro (1860-1862, noto anche come Nord-batterie o Campedell) rimodernato nel 1908-11 con la costruzione di una stazione radiotelegrafica (m 365). Altro fortificazione è il Forte Tombio, che però si trova a est del paese, nei pressi delle frazioni Righi e Campi.
Nell'area sottostante il Monte Brione si raccoglie la frazione di S.Alessandro. La chiesetta, riedificata nel 1856, esisteva già nel 1275 con anesso un eremo.

Musei

Il Museo Civico ha sede nella Rocca, che è pure luogo di frequenti attività culturali, specie nel periodo estivo.







Mete turistiche

Di notevole interesse paesagistico sono il Lago di Tenno (6 Km a nord), il Lago di Ledro (5 Km ad ovest) con il suo museo di paleoetnografia e le Cascate del Varone (3 Km a nord) pure di grande interesse geologico. Molto bella la piccola frazione di Pregasina (km. 7 direzione val di Ledro) con spettacolare veduta sul lago di Garda.

















LIMONE DEL GARDA (Bs)

Da Wikipedia


Limone sul Garda è un comune di 1.034 abitanti della provincia di Brescia.

Il nome di Limone ricorda a tutti i turisti della pittoresca localita i frutti di limone che qui crescono veramente: la guida cittadina dice che questa è la località più settentrionale dove tali frutti crescono.
Dal 1863 la denominazione è stata Limone San Giovanni, quella attuale, Limone, è stata assunta nel 1905. Il nome potrebbe derivare da un'antica voce "limo", "lemos", cioè olmo oppure dal latino "limes", frontiera, tra il bresciano e la giurisdizione del vescovo di Trento.
Fino agli anni '40 il paese era confinato all'isolamento e raggiungibile solo via lago o attraverso le montagne, comunque da sud. La costruzione della strada gardesana (ultimata nel 1932) ha rotto questo isolamento ed ha portato un notevole sviluppo turistico della zona, aprendola anche verso Riva del Garda e il turismo straniero.
Oggi Limone è una tra le località turistiche più frequentate della riviera bresciana. Limone è famoso per le sue limonaie, il suo pregiato olio d'oliva, e la apolipoproteina A-1 Milano

















MALCENISE (Vr)

Da www.malcesinepiu.it


Storia

I primi dati storici sono riscontrabili intorno al 500 a.C. e fanno riferimento ad insediamenti fissi ed organizzati di popolazioni di origine etrusca ed altre genti più o meno stanziali, successivamente inglobati dopo il 15 a.C. nel dominio di Roma.

Una prima edificazione del Castello sopra i resti di precedenti fortificazioni sembra sia databile intorno alla metà del primo millennio per opera dei Longobardi. Nel 509 d.C. il castello venne parzialmente diroccato e successivamente ricostruito dai Franchi dopo aver sconfitto le armate Longobarde. Dal 1277 al 1378 Malcesine passò sotto i 'Della Scala' che eseguirono lavori di ammodernamento e rinforzo nella fortezza per cui venne poi definita 'Castello Scaligero'.

Dopo il dominio dei Visconti di Milano (1387-1403) Malcesine, con l'esclusione di brevi periodi (gli Imperiali dal 1506 al 1516 ed i Francesi dal 1797 al 1798), fu governata dal 1405 al 1797 dalla 'Serenissima Repubblica di Venezia' che seppe amministrare con saggezza e competenza, istituendo per il controllo del territorio un organismo denominato la 'Gardesana dell'Acqua' che aveva sede a Malcesine nel 'Palazzo dei Capitani'.

Dal 1798 al 1866, anno in cui il Veneto passò al Regno d'Italia, gli Austriaci oltre che riordinare e dare nuovo impulso a molti settori dell'economia ed amministrativa del territorio governato dall'impero Austro-Ungarico, eseguirono consistenti lavori di consolidamento, modifiche ed ampliamento all'interno del Castello, trasformandolo in presidio militare.








Il Castello

















Le sale all'interno del Castello ospitano un interessante Museo di storia naturale del Monte Baldo e del Garda con numerosi reperti e tavole illustrative delle specie endemiche della flora e della fauna del territorio gardesano.
Una delle sale, l'ex polveriera realizzata dagli Austriaci, è dedicata a Goethe e vi sono esposti alcuni disegni che riproducono viste del lago e del castello di Malcesine realizzati dal poeta in occasione del suo 'viaggio in Italia'.

La visita al Castello oltre che offrire una parentesi culturale e distensiva, consente di osservare dalla piattaforma delle artiglierie detta 'revelino' e soprattutto dalla sommità della torre una panoramica completa e affascinante dell'intero territorio, uno spettacolo grandioso che sicuramente resterà impresso nella vostra memoria.

Guarda come é nato il lago di Garda(CLICCA QUI)

Borgo medioevale di Canale (Tn)
Da www.trentino.to




























Borgo medioevale di Canale

Rappresenta indubbiamente un "unicum" nel variegato panorama dei villaggi trentini;
un modello esemplare per studiare l´età medioevale o almeno il passato dei villaggi prealpini trentini e un´occasione molto favorevole per istituire il rapporto tra passato e presente al fine di una corretta tutela del patrimonio architettonico ma anche socio - culturale giunto fino a noi intatto. In maniera paradossale, l´integrità è dipesa quasi esclusivamente dal dramma e dalla sfortuna degli stessi abitanti, costretti in epoche diverse (fine ´800, primo ´900, primo dopoguerra, anni del boom economico) ad abbandonare tutto per sopravvivere e trasferirsi altrove.
Al borgo si accede solo per quattro vie (disposte circa ai quattro punti cardinali): dal lago di Tenno, S. Pietro, Misone a nord, da Calvola a sud - est, da Pastoedo a sud, da S. Antonio ad ovest. Tutti gli accessi sono strettamente condizionati nella viabilità tradizionale dal passaggio obbligato in androni o "porteghi" di difficile percorrenza costruiti a scopo difensivo (solo l´entrata a nord n´è priva). Attualmente il paese di Canale sta vivendo un rifiorire d´iniziative culturali ed artistiche grazie ad enti come la Casa degli Artisti, il Comitato Valorizzazione Ville del Monte, la Pinacoteca Europea e tanti artisti conosciuti anche a livello nazionale, che hanno scelto Canale come residenza estiva.



















Cascata del Varone
(Tn)
Da www.trentino.to























La Cascata del Varone è una vera e propria rarità geologica.

La sua formazione risale all’epoca del quaternario, quando il grande ghiacciaio del Garda stava scomparendo.
Si tratta di una forra che si addentra per 55 metri dall’entrata, ma in alto la gola raggiunge una profondità di 73 metri. Il salto della cascata misura in totale 98 metri.
La Cascata del Varone si può osservare da due diverse posizioni e con due diverse scenografie.
La prima è in basso ed è la grotta inferiore: da qui si osserva la cascata nella sua fase finale. Il secondo punto di osservazione è a 40 metri più in alto, ed è la grotta superiore dalla quale si può ammirare la cascata nel pieno della sua caduta. La costruzione che funge da ingresso fu progettata dall’architetto Maroni, lo stesso che firmò il progetto del Vittoriale di D’Annunzio. Una volta sbucati dal retro della costruzione, ci troviamo all’aperto. Siamo in un parco naturale privato, un giardino botanico conservatosi intatto negli anni, grazie all’ottimo lavoro di manutenzione e cura. L’area della cascata infatti è una preziosa nicchia ecologica.

Guarda il video sulla CASCATA DI VARONE (CLICCA QUI)

NAGO-TORBOLE SUL GARDA (Tn)

Da Wikipedia















Nago-Torbole
è un comune di 2.620 abitanti della provincia di Trento. Il suo territorio si estende dai 63 metri sul livello del mare fino ai 2.078 metri della cima del monte Altissimo di Nago. Fa parte del Comprensorio Alto Garda e Ledro. Il comune raggruppa due diversi centri abitati molto vicini e di dimensioni simili: uno, Nago, alle pendici del Monte Altissimo (2079 m) e l'altro, Torbole, in riva al lago di Garda, subito sotto.









Marmitte dei Giganti







Torbole

Geografia

Torbole è situata nell'angolo nord-orientale del lago di Garda e comprende la foce del fiume Sarca, suo immissario. Ad est si eleva la catena del Baldo, con il Monte Altissimo. Nel retroterra a nord si estende una piana di circa 7 chilometri che include Arco. La strada Statale 249 Gardesana Orientale diretta ad ovest costeggia il lago e congiunge Torbole con Riva del Garda.

Grazie alla protezione delle montagne alle spalle e l'azione termoregolarizzatrice del lago, l'intera piana gode di un microclima di tipo mediterraneo. Per questo Goethe la chiamava la terra dove fioriscono i limoni.

Storia

Riscontri sulla presenza umana si hanno già dal Neolitico (nella zona del Baldo e di Nago). Anche per l'età del bronzo e le epoche protostoriche e storiche la presenza di insediamenti è confermata sulla rupe di Castel Penede a Nago, castello in posizione strategica distrutto dalle truppe francesi del Duca di Vendôme nel 1703.

Dante si narra abbia composto questi versi a Nago presso la rupe di Castel Penede:


« Suso in Italia bella giace un laco,
a piè dell'Alpe che serra Lamagna
sopra Tiralli, ch'ha nome Benàco. »

La dominazione veneta avvenne per conquista militare (1439), in quell'anno i Veneziani trasportarono, attraverso la Valle del Cameràs, un’intera flotta (25 barconi e 6 galere); partirono dall’Adriatico e risalendo il fiume Adige giunsero al porto fluviale di Ravazzone. Da qui, a forza di braccia e di buoi transitarono per Mori fino a raggiungere le acque del lago di Loppio. Attraverso la "Bocca" di Nago, infine, furono calati nel Garda a Torbole. Un'impresa gigantesca che rimase nella storia delle marine: per condurre a termine questa operazione militare furono utilizzati circa 2000 buoi e 15.000 ducati. Dopo una sconfitta nel 1439, nell’aprile del 1440 la piccola flotta veneziana sconfisse, nelle acque del Garda, la flotta viscontea guidata da Taliano Furlano riuscendo a conquistare Riva del Garda.

Nago-Torbole, come gli altri paesi della zona, fu completamente evacuato durante la guerra del 1915-1918: si trovava infatti proprio sull prima linea del conflitto austro-italiano. Durante la seconda guerra mondiale fu annesso al terzo Reich, assieme a tutta la regione Trentino Alto Adige, e nelle sue gallerie della gardesana orientale si allestirono industrie della Messerschmitt per l' aeronautica militare tedesca (vi erano prodotti anche pezzi per razzi V2).

Annesso forzosamente dal regime fascista al comune di Riva del Garda, nel 1958 il comune di Nago-Torbole ritrova la sua autonomia. Il dopoguerra porta anche uno sconvolgimento sociale: l'abbandono dell'economia tradizionale legata alla agricoltura e alla pesca e l'ingresso nell'impresa turistica di gran parte della popolazione.

Vista di Torbole
Vista di Torbole

Nel 1980 il windsurf ha rilanciato Torbole sul Garda sul palcosenico internazionale con l'organizzazione del campionato mondiale. Tale esperienza fu seguita dell'introduzione di numerosi percorsi per mountain bike (nel 1991 si tennero i campionati mondiali della disciplina sul vicino monte Brione).

Dopo il 2000 il suo entroterra, prima coltivato, subisce una massiccia operazione di costruzione edilizia.


Windsurf e vela

La spiaggia vista da sud 1906 c., Arch. priv. Claudio Nodari
La spiaggia vista da sud 1906 c., Arch. priv. Claudio Nodari

Il Circolo Vela Torbole nasce nel 1964 e conta attualmente 300 soci. È uno dei più importanti a livello nazionale e conosciuti d’Europa. Le sue regate ospitano di norma campioni e squadre nazionali a livello internazionale.

Il Circolo Surf Torbole viene fondato nel 1979 e conta attualmente 250 soci, fra cui anche la campionessa olimpica Alessandra Sensini. Tra le manifestazioni nazionali ed internazionali ospitate, si ricordano soprattutto tre edizioni dei mondiali (1988, 1992 e 2006).

Cultura

Goethe a Torbole

J. Wolfgang Goethe arriva a Torbole sul Garda il 12 settembre 1786, alloggia presso l'osteria alla Rosa della famiglia Alberti. Sul suo diarioTagesbuch 12 settembre 1786 annota:


« Con che ardente desiderio vorrei che i miei amici si trovassero un momento qui con me, per poter gioire della vista che mi sta innanzi! Per questa sera, mi sarei già potuto trovare a Verona; ma a pochi passi da me c’era questo maestoso spettacolo della natura, questo delizioso quadro che è il Lago di Garda, ed io non ho voluto rinunciare; così mi trovo splendidamente compensato di avere allungato il cammino. Son partito da Rovereto dopo le cinque, prendendo per una valle laterale, che versa le sue acque ancora nell’Adige. Arrivati alla sommità, si presenta in basso un ciglione scosceso e maestoso, che si valica per poi scendere fino al lago. »

(J. W. Goethe)











Nago

I forti

I forti austro-ungarici di Nago sono forse i meglio conservati del Trentino. Oggi ospitano il museo comunale.

La storia di queste fortificazioni comincia il 21 dicembre del 1859, quando fu approvato il progetto di costruzione del forte alto di Nago da parte del Ministero a Vienna. La costruzione (sotto l'Ufficio del Genio Militare di Riva) si articolò fra il 1° giugno del 1860 e il 5 gennaio del 1861. Il collaudo avvenne nel 1863.

Il forte di Nago appartiene alla "prima generazione" (come, per esempio, il forte San Nicolò a Riva), in pietra ben lavorata con materiale reperito in zona (giallo di Mori per il forte superiore e rosa per quello inferiore).

Era composto da due casamatte poste di traverso alla strada che fu sbarrata con un portone. Oggi splendidamente restaurate, sono accessibili a tutti.

Il fenomeno postglaciale delle Marmitte dei giganti

Uno dei più interessanti fenomeni naturali del Trentino è così descritto da Aldo Gorfer nelle sue Valli del Trentino (1982):


« Celebre particolarità di Nago sono i pozzi glaciali (Marmitte dei giganti) che si accompagnano a una didattica serie di altri monumenti glaciali (salto glaciale, rocce montonate, striate, lisciate ecc.). Un gruppo di pozzi glaciali è visitabile sotto il paese presso la strada statale e con partenza dalla stessa. Altro gruppo lungo la strada della Maza, a un chilometro circa da Nago. Alcune di esse furono illustrate da Antonio Stoppani (e poi studiate da G.B. Trener, 1899): "Da dodici a quattordici, parecchie delle quali colossali e veramente stupende, si scoprirono sullo sperone del monte che sorge tra la Sarca e il forte di Nago... »